Wednesday, February 27, 2008

Il tempo delle rose


II tempo delle rose

Lascia un sapore di mandorle in bocca
il vino color perla di Sibari.

Humilemque vidimus Italiam
venendo dalla Grecia, quella piccola...
Muovevano a passo di danza
al suono dei flauti i cavalli.

Roteando, un falco
coglie in un colpo d'occhio entrambi i mari.

Umili muli li hanno avvicinati.
Oggi, non anfore d'olio né .incenso
né sacchi di grano né ambra
portano a passo affrettato sul dorso,
ma cofane di rose da Roseto.

Ne faranno ghirlande per banchetti
e corone per gli ebbri commensali.
Petali volteggiano dal soffitto,
petali in infusi e in gonfietti
per i mortali assimilati ai numi
nel beato far niente dei ricchi,

Incoronati di rose i cavalli,
ebbri di musica entravano in battaglia.

Pure, come morso di serpente
è a volte la. puntura d'una rosa:
scalciano i muli stretti in mezzo ai cesti,
succhiano i mulattieri la goccia
di sangue che affiora .sulle dita.

Quanto lavoro per scontare l'ozio.
Humilemque vidimus Americam
venendo dalla Grecia, quella grande...

Puntute come spini le nocche
delle vecchie che sgranano il rosario
delle quindici poste dell'attesa
del tempo di quand'erano ragazze.

Nessuno sparge di petali la testa
nella terra dei vecchi e dei bambini.

Di quelle rose restano le spine
ed un sapore violamaro in bocca.

(Corrado Calabro')

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